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SESSA AURUNCA

Piccola gemma dell’alto casertano, Sessa Aurunca sorge alle pendici del vulcano di Roccamonfina. A pochi chilometri dal mare e dalla montagna, la città vanta una felice posizione geografica, immersa nel verde delle sue campagne limitrofe.

Abitata sin dall’ VIII sec. a.c. dagli Aurunci, divenne colonia romana nel 313 a.c., in seguito alla conquista del territorio da parte di Roma, conquista che portò allo sterminio dell’antico popolo italico. Durante i secoli della dominazione romana fu abbellita con i tipici edifici delle città colonizzate, di cui abbiamo tutt’ora ricca testimonianza archeologica. Dopo la caduta dell’impero, la città fu coinvolta dalle vicende storiche che si sono susseguite nel territorio campano, e nella seconda metà del XIII sec. divenne ducato della famiglia Marzano, fino alla congiura dei baroni (1460), nella quale fu coinvolto in prima persona l’ultimo duca Marino. Successivamente il territorio fu donato a Consalvo de Cordoba, vincitore di Granada e primo vicerè spagnolo (1503), la sua famiglia conservò il possesso di queste terre fino al 1799, anno in cui la città divenne municipalità durante il decennio francese.

Sessa Aurunca fu città ricca e fiorente; era inoltre, molto spesso, passaggio per molti si coloro che, nel bene o nel male, si recavano presso la città di Napoli. Nel corso dei secoli, vennero costruiti chiese conventi e monasteri con il tempo dismessi a seguito delle varie vicende storiche, ma le cui testimonianze si possono ancora ammirare passeggiando per il centro storico della cittadina.

PERCORSO: Ripercorrere la storia della città attraverso i monumenti di epoca romana, passando poi ai più rappresentativi edifici di epoca medioevale.

Ponte Ronaco: prima metà del II sec.d.c. Il ponte era parte integrante del collegamento viario tra Suessa, l’Appia e Sinuessa: è costituito da ventuno arcate è realizzato in struttura muraria a secco.

Teatro Romano: Riportato alla luce in tre campagne di scavo dal 1998 al 2006, il Teatro, di epoca augustea, fu ampliato e ristrutturato nel II sec. d.c. per desiderio di Matidia Minore (cognata dell’imperatore Adriano), che lo ha reso uno dei più splendidi teatri della zona, per la finezza e l’eleganza dei marmi, degli stucchi e dell’intero complesso. Con una cavea di 110 metri di diametro poteva ospitare circa 8000 persone.

Criptoportico: D’età sillana, il Criptoportico fu riportato alla luce dal Maiuri nel 1926. Oggi possiamo attraversare due dei tre bracci tipici dei criptoportici romani ad U rovesciata. All’ interno possiamo osservare tracce di antiche iscrizioni.

Aerarium Tabularium: Sotto il livello del piano di calpestio, si trova l’Aerarium Tabularium, di epoca adrianea. Di recente un’opera di sistemazione e pulizia del sito ha consentito di effettuare nuovi studi che hanno portato ad individuare in questo luogo un spazio ove si custodivano, in epoca romana, elementi preziosi per la città, o il tesoro( erario) o l’archivio ( tabularium).

Sedile di San Matteo: costruito nel XVI sec., fu uno dei quattro seggi della città, un tempo centro del potere della nobiltà sessana. La costruzione si presenta attualmente in forma neogotica nella decorazione interna e in facciata.

Cattedrale di San Pietro e Paolo: Meraviglioso esempio di architettura romanico-cassinese, fu realizzata nel XII sec. con il materiale di spoglio del Teatro Romano. Rimaneggiata e restaurata nel corso dei secoli, quella giunta a noi oggi è un perfetto connubio tra le austere mura romaniche e le decorazioni settecentesche. All’interno si conserva un incantevole pavimento musivo in opus alexandrinum e un preziosissimo ambone del XIII.

Fontana: “Hercole che strozza il leone Nemeo”.L’opera fu ordinata dal comune allo scultore Angelo Solari (1825) per festeggiare il completamento del pubblico acquedotto che da Porta S. Biagio portava l’acqua all’interno della città.

Castello Ducale con annesso Sala Espositiva: Il primo nucleo è di epoca longobarda (XI sec. d.c.). Assunse la possente forma attuale per volontà di Federico II di Svevia. Le successive dominazioni impreziosirono il castello, come si nota dalle graziose bifore catalane. Tra il XIX e il XX sec. subì diversi rimaneggiamenti per le varie destinazioni d’uso avute da quando divenne proprietà comunale nel 1808.

All’ interno del museo civico sono conservati parte dei reperti provenienti dal Teatro Romano, tra cui la bellissima statua rappresentante Matidia Minore in marmo bigio e bianco, unicum nel panorama delle statue romane dello stesso genere.